Spirit fouleut e soursie di Barbamarc è il titolo di una raccolta di leggende tramandate oralmente,
si parla di masche di streghe, del diavolo. Le leggende sono sempre collegate alla vita del paese,
e possiamo constastare che ai giorni nostri i suoi usi e costumi non sono variati più di tanto.
La comunità Giaglionese è sempe stata oggetto di studio date le sue particolarità,
una ricerca del professor Luigi Bravo negli anni 70 giustificava l’attaccamento alla tradizione Giaglionese
anche per l’isolamento culturale della comunità, la stessa ricerca condotta dalla professoressa Mara
Teresa Francese nel 2005 ha registrato un attaccamento alla tradizione ancora maggiore.
Gli attori della varie cerimonie e feste annuali, ora sono diplomati, laureati ma la tradizione prosegue nella
vita comunitaria uguale nel tempo.

Con la leggenda di”Li tsaseu dou Grimoun” viviamo la descrizione di una festa antica ripetuta sempre uguale,
forse adesso ne è aumentata la consapevolezza, ma la festa si ripete e svolge nello stesso modo.
A fronte di un’intervista negli anni 70, uno spadonaro già anziano. Alla domanda – Perché lei balla?
Rispondeva – io ballo perché lo faceva mio padre, lo faceva mio nonno! Balo per quei balave moun nono, moun
pare!
Gli spadonari danzano tutt’ora.
Questo è il collante di una comunità, è la comunicazione che questa comunità
ha verso l’esterno. Queste sono radici molto forti che fanno della diversità un mezzo di comunicazione
e di unione.
Il paese di Giaglione non ha un gruppo folkloristico ma la tradizione è parte integrante della vita
comunitaria quotidiana.